La storia dell’attrice, ricostruibile in modo dettagliato grazie all’enorme mole di studi biografici esistenti, consente di evidenziare la maggior parte delle problematiche di cui si occupa la psichiatria (panico, fobie, disturbi borderline e bipolari, farmacodipendenze, suicidio), e individua alcuni elementi psicopatologici che sono alla base sia del successo di massa, sia delle difficoltà di coniugarlo con un adattamento sociale adeguato. Il libro parte da una ricostruzione minuziosa della psicopatologia autodistruttiva di Norma Jeane/Marilyn Monroe espandendosi in diverse direzioni, quali: i pericoli degli interventi psicoterapeutici iperempatici, se non eroici; le criticità dell’attuale diagnosi psichiatrica nei casi complessi; la necessità di formulare un ragionamento clinico innovativo fondato sulle acquisizioni più recenti delle neuroscienze; il parallelismo esistente tra la psicopatologia del doppio, della maschera e della personalità multipla e quella inerente il mestiere dell’attore; il doppio volto del perfezionismo, qualità essenziale per il conseguimento del successo e della consacrazione come icone, ma anche fattore di grave rischio psicopatologico. Nel prologo contrappone un clinico di oggi all’ultimo psicoanalista di Marilyn; il libro, opera di due psichiatri formati nella stessa Scuola dell’Università di Pisa, ma che per trent’anni hanno perseguito strade diverse e divergenti, cerca invece una sintesi e un superamento delle contrapposizioni di saperi e punti di vista propri della psichiatria clinico-biologica e della pratica psicoterapeutica.